Un click. Mondo, Europa, Romania, Transilvania, Maramures, Săpânța. In una vertiginosa informatica caduta con Google Earth attraversiamo migliaia di km per arrivare in questa cittadina del nord estremo della Romania, a 4 km dal confine con l’Ucraina tra le fitte foreste dei Carpazi settentrionali, dove esiste uno dei cimiteri più famosi al mondo, il cimitero allegro (ma preferirei il termine gioioso).
Tutto nasce da un’ispirazione di Stan Ion Pătraș (1908 – 1977), un contadino di Săpânța, scultore e pittore naïf, ingenuo, popolare, primitivo ma geniale. Senza studi accademici o artistici, classici, non si ispira alle correnti o ai movimenti artistici catalogati nelle varie culture ma, autodidatta e manualmente abile, agli inizi del 1930 ebbe l’IDEA: un cimitero con lapidi scolpite nel locale legno di rovere e dipinte con scene della vita del defunto accompagnate da frasi in rima semplice che raccontano in chiave ironica, in prima persona, i suoi vizi e le sue virtù, le buone e le cattive azioni, i successi e le disgrazie, gli amori e gli odî.
In queste “semplici” sculture-pitture, l’assenza della prospettiva e della primarie conoscenze stilistiche viene ampiamente compensata dalla immediatezza della scena, genuina, sana, reale, una fotografia estetica dei valori o non valori della comunità condivisi e dell’identità culturale di questa gente, i Moroșeni di Săpânța.
Circa 800 croci, 800 compaesani che hanno deciso di lasciare ai posteri non una arida funerea lapide ma una breve storia di vita vissuta, da guardare, leggere e meditare, senza ridere ma sorridere, noi consapevoli che la trasformazione della non vita in un continuo evento potrà solo attenuare l’ineluttabile passaggio, lasciando la memoria come fonte di sopravvivenza.
Dal punto di vista turistico il Cimitero gioioso occupa i primi posti tra i cimiteri più strani e visitati al mondo, é anche monumento culturale protetto dall’UNESCO, e il suo colore principale, il blu di Săpânța, é simbolo di speranza e libertà. Siate visitatori attenti, non superficiali!