Tradizioni18 aprile 2020

Le tradizioni pasquali dei romeni

Cominciato il periodo del digiuno pasquale, i romeni iniziano le preparazioni per la grande festa: tradizioni e credenze popolari, carne d’agnello, uova pasquali – una Pasqua veramente barocca

”Ouă încondeiate” - Le uova dipinte

”Ouă încondeiate” - Le uova dipinte

Il modo nel quale i romeni preparano la Pasqua dimostra che la festa ha attributi simili al giorno del Natale, tanto nel senso religioso, quanto nel senso della ricchezza culinaria.  Nel 2015, la Pasqua ortodossa viene festeggiata il 12 aprile, una settimana dopo quella cattolica.

Per il mondo tradizionale romeno il periodo pasquale comincia col digiuno, iniziato 7 settimane fa. Tutto il ciclo temporale fino alla Pasqua impone una serie di pratiche tradizionali interessanti, ma la Settimana Santa rimane la più importante nel preparare l’attesa della Resurrezione di Gesù Cristo.

Il giorno che anticipa la Pasqua come importanza religiosa è la Domenica delle Palme – in romeno Floriile‚ cioè l’Entrata di Cristo in Gerusalemme. Questo momento si distingue grazie alle celebrazioni delle persone che hanno nomi di fiori oppure derivati. Allo stesso tempo, Floriile è il giorno nel quale si ricevono in chiesa rami di salice che poi s’intrecciano, si portano a casa e la corona ottenuta si attacca alla porta. Essa ha un ruolo protettore per casa e famiglia. Si dice che in questo giorno dobbiamo fare attenzione alle condizioni meteo perché avremo lo stesso tempo anche a Pasqua.  

Un altro giorno di grande interesse per l’attesa della Pasqua in modo onorevole è il Giovedì Santo, quando si ricordano i morti. Questo momento è stato descritto per l’ImperialTransilvania dai membri della famiglia Gavril-Coroamă che abita nel quartiere Mehala di Timișoara. ,,Nel Giovedì Santo, noi andiamo a comprare nuove tazze con cui dare acqua ai defunti della famiglia. Ad ogni tazza attacchiamo un fiore del nostro giardino e mettiamo dentro acqua… Poi regaliamo le tazze, non prima di mettere accanto colaci (piccoli pani destinati alla memoria degli scomparsi),  oppure un piccolo dolce.’’ In altri luoghi, per commemorare i morti si accendono dei fuochi nei cimiteri, poiché si crede che nei giorni della Settimana Santa il cielo sia aperto e i due mondi s’incontrano.

Segue poi il Venerdì Nero, dedicato al più duro tipo di digiuno, cioè, senza cibo ed acqua. In questo giorno, si colorano e si decorano le uova pasquali sia solo rosse, sia in diversi colori. In alcune parti della Romania, c’è anche l’arte delle uova încondeiate – dipinte con motivi tradizionali. Nello stesso giorno, si preparano i cibi specifici, soprattutto i preparati di carne di agnello e il pane pasquale romeno, chiamato pască.

Il sabato prima della Messa di Resurrezione, si finiscono i cibi, le pulizie della casa e si va in chiesa. La stessa famiglia, Gavril-Coroamă, sottolinea che nel quartiere di Mehala, prima di arrivare alla messa della propria religione, c’è l’usanza di fare un giro dai cristiani delle altre due chiese, visto che nel quartiere ci sono tre chiese di confessioni diverse: ortodossa, cattolica e ortodossa serba. É importante poi che la candela della messa arrivi a casa senza spegnersi’’.

Di solito, dopo la processione, tutte le famiglie ritornano a casa e si mettono a tavola insieme. Finito il digiuno, si possono assaggiare le bontà preparate e si pratica la tradizione di scontrare le uova,  esclamando delle frasi che attestano la Resurrezione di Gesù.

Per il giorno di Pasqua, oltre al contenuto religioso, la ragazza della famiglia di Mehala presenta una nota usanza romena che punta sull’aspetto cosmetico: ,,Nel mattino di Pasqua, noi ci laviamo il viso con l’acqua dove avevamo messo prima un denaro e un uovo rosso per avere il volto rosso tutto l’anno…’’.

E poiché tutti siamo contenti quando riceviamo dei regali, il coniglietto pasquale è disposto a soddisfare le pretese di tutti, in particolare quelle dei bambini. I negozi romeni sono pieni zeppi di figure al cioccolato e diverse sorprese per la famiglia e gli amici.

Bibliografia:  

S. Fl. Marian, Sărbătorile la români, Studiu etnografic, vol. II, III, București, Editura „Grai și Suflet Cultura Națională”, 2001;

Tudor Pamfile, Mitologia poporului român, București, Editura Vestala, 2006.

E.P.

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