San Giovanni Battista è una delle figure più importanti dell’agiografia ortodossa e popolare, nella stessa misura. Dal punto di vista teologico, San Giovanni significa "grazia di Dio", o colui che Dio ci ha dato[1].
Sântionu, come viene chiamato nella tradizione popolare, è la festa di San Giovanni Battista. La sera tra il 6 e il 7 gennaio si esce, per l'ultima volta, in questo ciclo di feste, per andare a cantare i canti delle feste invernali. Si cantano canti a ogni famiglia in parte, ma in alcune parti del paese, si cantano anche "canzoni d'amore" (ad esempio, ”În grădina lui Ion” ovvero "Nel giardino di Ion", ecc). Questo momento è conosciuto nello spazio tradizionale come “Iordănit”.
I membri del gruppo di cantanti (che in passato erano esclusivamente uomini) si riuniscono alla vigilia dell'Epifania e vanno di casa in casa, spruzzando i membri della famiglia con basilico immerso in acqua santa dalla chiesa (in alcune zone, come in Transilvania, ad esempio, si aggirano le case con ragazze da sposare e le spruzzati con profumo ...).
I bambini e le ragazze all’età del matrimonio sono buttati in su dai cantanti, mentre gli altri membri del gruppo fanno delle grida. Il gesto ha un significato di buon augurio e porta agli soggetti salute e ... pretendenti nell’anno che verrà. In altre zone, tutte le persone incontrate sono bagnate, di solito con acqua, come segno di fertilità, abbondanza e la salute.
Gli ”iordănitori” ricevono in cambio dei doni, come nel caso dei canti natalizi, come bevande, carne di maiale, pane a ciambella e denaro. Con tutti questi doni i ragazzi organizzando una grande festa che chiude praticamente ciclo di feste invernali.
Una tradizione degna di nota in questo giorno è quella dell’”iordănit” delle donne. In questa sera le donne escono e vanno a bere e a festeggiare tra di loro, senza paura di essere rimproverate dagli uomini. In altre parole, è la Festa della Donna tradizionale (presente in campagna, e non l'8 marzo, giorno di festa inventato oggi, per ragioni di propaganda, politici e ... commerciali). Le donne si riunivano in una delle case del paese, dove portavano da mangiare (uova, farina, carne) e da bere per la festa. Così, festeggiavano per tutta la notte, bevendo, cantando e ballando dicendo che ”se iordănesc”[2] ovvero “si iordavano”.
E' più che evidente che si tratta di manifestazioni carnevalesche, dove le norme di comportamento e di buon senso sono abolite, proprio come tutte le altre manifestazioni di questo genere, e ci si chiude un occhio per tutti gli eccessi di cibo e bevande, anche per le donne. E’ la raison d'être di tutte queste feste, che segnano la fine del vecchio anno e l'inizio di una nuova era.
Sorse:
[1] Jacques de Voragine, Legenda de aur, Cluj-Napoca, Editura Dacia, 1969, p. 69 [2] Ion Ghinoiu, Mică enciclopedie de tradiții românești, București, Editura Agora, 2008, p.147